Le polizze assicurative in regime claims made sono oggi molto diffuse. Sono usate soprattutto dai professionisti, come medici, avvocati, ingegneri, e da chi lavora in ambito sanitario. Ma cosa significa “claims made”? E cosa cambia con l’arrivo del Decreto Ministeriale 232/2023?
In questo articolo, ti spieghiamo tutto in modo semplice. Vedremo cos’è il regime claims made, come funziona, e cosa cambia con il nuovo decreto.
Cosa vuol dire “claims made”?
“Claims made” è un termine inglese. Significa letteralmente “a richiesta fatta”. In assicurazione, indica una regola precisa: la polizza copre solo le richieste di risarcimento fatte durante il periodo di validità della polizza.
Facciamo un esempio semplice:
- Un medico fa un errore nel 2021.
- Il paziente si accorge del danno solo nel 2023.
- La richiesta di risarcimento arriva nel 2023.
- Se il medico ha una polizza attiva nel 2023, allora è coperto.
- Se la polizza è scaduta nel 2022, non è coperto, anche se il fatto è successo prima.
Quindi, in una polizza claims made, non conta quando è avvenuto l’errore, ma quando arriva la richiesta di risarcimento.
Claims made pura e mista
Esistono due tipi di polizze claims made:
1. Claims made pura
Copre tutte le richieste fatte durante la validità della polizza. Non importa quando è accaduto il fatto dannoso. Se la richiesta arriva mentre la polizza è attiva, sei coperto.
2. Claims made mista
Copre solo i fatti accaduti entro certi limiti di tempo, decisi nel contratto. Serve anche che la richiesta arrivi durante la validità della polizza.
Questa differenza è importante. Perché una claims made mista può escludere molti eventi passati. Per questo bisogna leggere sempre con attenzione le condizioni di retroattività.
Perché sono importanti per i professionisti?
Le polizze in regime claims made sono molto usate da:
- Medici
- Psicologi
- Infermieri
- Dentisti
- Avvocati
- Architetti
- Ingegneri
- Altri iscritti ad albi professionali
Questi professionisti sono legalmente obbligati ad avere una polizza di responsabilità civile professionale. Serve a coprire i danni causati ai clienti, ai pazienti o ai committenti per errori, negligenze o omissioni.
Dal 2012 in poi, la legge italiana ha favorito sempre più l’uso delle polizze claims made. Ora sono lo standard per molte categorie. Ma con il D.M. 232/2023, ci sono state novità importanti, specialmente per chi lavora nella sanità.
Cosa cambia con il D.M. 232/2023?
Il Decreto Ministeriale 232/2023 è entrato in vigore il 16 marzo 2024. È legato alla Legge Gelli-Bianco (Legge 24/2017), che regola la responsabilità civile dei sanitari. Il decreto ha chiarito molti aspetti delle polizze claims made.
Ecco i punti principali:
1. Il regime claims made è riconosciuto ufficialmente
Il decreto dice chiaramente che le polizze devono avere forma claims made. Lo stabilisce l’articolo 5. Quindi non è più solo una prassi di mercato: è obbligatorio per legge.
2. Viene fissata la retroattività
Le polizze devono avere almeno 10 anni di retroattività. Cosa vuol dire? Che coprono anche gli errori fatti nei 10 anni prima della stipula, se la richiesta arriva oggi.
Questa è una garanzia fondamentale. Senza retroattività, molti sinistri resterebbero scoperti.
3. Viene introdotta l’ultrattività
Anche se il professionista smette di lavorare (per pensionamento o altro), la polizza deve garantire almeno 10 anni di copertura dopo la fine del contratto.
È un altro punto molto importante, perché i danni possono emergere anni dopo la fine dell’attività.
4. Viene stabilito un termine per la denuncia del sinistro
L’assicurato ha 30 giorni di tempo per comunicare alla compagnia la richiesta di risarcimento ricevuta. Prima erano solo 3 giorni (come da art. 1913 del Codice Civile). Il termine più lungo è un vantaggio per i professionisti, che hanno più tempo per organizzarsi.
5. Viene vietato il recesso anticipato della compagnia
La compagnia non può recedere dal contratto prima della scadenza. Fa eccezione solo un caso: reiterata colpa grave, confermata da una sentenza definitiva per almeno due sinistri.
6. Sono previsti massimali minimi di copertura
L’articolo 4 del decreto indica i massimali minimi. Ogni polizza deve garantire una copertura sufficiente per ogni sinistro. Così si tutela sia il professionista sia il danneggiato.
7. Arriva il bonus-malus
Il premio assicurativo può variare ogni anno. Se la struttura sanitaria adotta misure per prevenire i rischi, il premio può diminuire. Se invece ci sono molti sinistri, il premio può aumentare.
È lo stesso meccanismo che si usa nelle assicurazioni auto. Si chiama bonus-malus. L’obiettivo è premiare chi lavora bene e riduce i rischi.
8. Azione diretta contro la compagnia
Con il nuovo decreto, il paziente danneggiato può fare causa direttamente all’assicurazione. Prima doveva agire contro il medico o la struttura. Ora, invece, può rivolgersi subito alla compagnia, entro i limiti della polizza.
Questo garantisce più tutela per il danneggiato, e tempi più rapidi per i risarcimenti.
Un cambio importante per tutta la sanità
Il D.M. 232/2023 ha cambiato le regole del gioco. Ora le polizze claims made sono non solo diffuse, ma anche regolate in modo chiaro. Questo aiuta sia i professionisti sia i pazienti.
Ma attenzione: la polizza deve essere adatta al proprio profilo di rischio. Le compagnie e gli intermediari devono fornire informazioni chiare, trasparenti e complete. È un dovere previsto dalla legge (articoli 1175, 1337 e 1375 del Codice Civile).